mercoledì 22 gennaio 2014

Dalla Lettera di Andrea Magnani ai Rocchettesi

Dalla Lettera di Andrea Magnani ai Rocchettesi

“Se devo essere sincero, anch’io dubitavo”; queste sono state le parole dello stesso don Guido, che hanno incrementato ancor di più la mia soddisfazione personale.
Che dire del 21 dicembre 2013? Visto e considerato che non si tratta di un’omelia di Natale cercherò di essere breve, ma vi chiedo di perdonarmi se così non sarà. Per chi mi conosce bene sono un po’ troppo puntiglioso e descrittivo, ma fa parte della mia natura essere chiaro e preciso.
Dato che tutti i vostri pensieri sulla serata hanno pienamente riassunto ed evidenziato gli aspetti fondamentali del Natale, della solidarietà, della collettività e di quanto una trilogia a titolo di Concerto-Buffet-Lotteria possa dare un riscontro pienamente positivo, voglio isolarmi un attimo dalla serata stessa e spiegare il vero motivo, con alti e bassi, che ha dato origine a questa serata indimenticabile.

L’IDEA
Durante la prima riunione del nostro Comitato, nella mia testolina squilibrata frullava un’idea alquanto innovativa, mai sperimentata; un viaggione mentale, un intruglio di ottimismo e dico: ”Facciamo una lotteria di Natale?” Così facendo avremmo avuto svariati elementi a nostro favore: fare conoscere in giro che cosa stavamo facendo per la nostra Chiesa, ottenere la solidarietà di un maggior numero di persone -senza dover passare di casa in casa a chiedere un contributo, mossa che personalmente non condivido e che mette in obbligo le persone- e, per quanto positiva o negativa risulti la vendita dei biglietti, passare una serata in compagnia, prima del Natale.
L’idea viene accolta positivamente da tutti i membri del Comitato, fissando immediatamente la data della lotteria per il 21 dicembre. Poi, tutti carichi di entusiasmo, decidiamo di fare anche un concerto natalizio, con filastrocche, poesie e canti di bambini e canzoni vocalizzate dal coro. Non soddisfatti decidiamo di infilarci
anche un Buffet a base di crescentine e della via che ci siamo… “Basta così”, li interrompo. Per essere la prima attività organizzata da Noi come Comitato -e dalle persone esterne che ci hanno appoggiato- avevamo messo troppa carne sul fuoco, in un tempo troppo breve per organizzare tutto, e pertanto rischiava di bruciare.

BENE E MALE
Citazione: “Essere timidi non serve a niente, tuttavia è un ottimo scudo per nasconderci. Tirare fuori il vero coraggio può sembrare difficile e invalicabile ma è fondamentale per la buona riuscita di un obiettivo” A.M.
I giorni passavano, le settimane pure e come si sa le persone sono come pecorelle –lo dice anche la Bibbia eh!- Io, che mi sono sempre definito un ragazzo timido, ho dovuto tirare fuori una personalità da rompi scatole, insistere e insistere, brontolare qua e la, giungendo persino a perdere le staffe -e di questo mi scuso-, con l’obiettivo di spronare tutti quanti e l’intento di far comprendere che, per organizzare tutto quello che era stato deciso, non sarebbe stato semplice e immediato -soprattutto se si tratta della prima attività- pertanto, per raggiungere la Buona riuscita dell’obiettivo, occorreva l’impegno di tutti…
Cominciarono ad arrivare i primi commenti negativi: c’era chi diceva che non si sarebbe concluso nulla -e comunque in tanti lo hanno pensato-, chi si bendava gli occhi e affermava che a Rocchetta sono state organizzate in passato altre attività che non sono riuscite molto bene, chi si improvvisava meteorologo del futuro dichiarando che, per la serata del 21, si sarebbe persino bloccata la slitta di Babbo Natale e le renne non si sarebbero spostate nemmeno con gli zoccoli chiodati. C’era chi asseriva che tutti sono bravi a parlare, come accade in tv, ma quando c’è da mettersi lì e girare ci si trova in tre persone se va bene; poi ovviamente c’era chi apriva bocca solo per fare cambio aria nei polmoni.
Per fortuna o meno -oggi dico per fortuna- non ho prestato particolare attenzione a queste parole e, a testa alta e munito di paraocchi, sono andato avanti con il mio gruppettino. Le prove del coro e dei bambini la domenica, chiamate, messaggi, email a don Stanislaw, al Sindaco e a Enti per informazioni e suggerimenti, come fare per riscaldare la chiesa, come sistemare l’asilo, recuperare i premi per la lotteria, vendere i biglietti, spese varie per la serata… E’ stato un bel frullato un po’ pesantuccio da digerire e ancora una volta ringrazio quelli che mi hanno aiutato e sostenuto.

I RIPENSAMENTI
“Ma che diamine mi è saltato in mente?” Questo è stato uno dei primi pensieri, un po’ realistici e fondati, su quello che stava accadendo a un certo punto. Il 21 si avvicinava sempre più velocemente e a stento avevamo preparato i biglietti per la lotteria, correndo fino all’ultimo per il ritiro dei premi. Fino a qualche giorno prima del concerto non erano stati stilati tutti i canti da fare, alcuni bambini non hanno voluto partecipare alle prove e di conseguenza alla Meravigliosa serata, scaldata fortunatamente dai bravissimi bambini presenti. Lo stesso don Guido che non era pienamente a favore dell’iniziativa, non tanto da un punto di vista religioso, ma semplicemente perché se si decide di fare il passo più lungo della gamba serve una maggior collaborazione.
Poi un giorno ho pensato: “Basta! Chiudo qua.”

VERITA’ – DESIDERIO – VOLONTA’
Ripenso poi all’idea e alla vera motivazione che ha dato vita alla serata. Sicuramente il desiderio di recuperare soldi per ristrutturare una Chiesa di montagna –spesso dimenticate dallo Stato Pontificio- dove, fin da quando ero piccolo, vi ho preso parte, inizialmente leggendo le Sacre Scritture e le Preghiere dei Fedeli, aiutando don Guido nel servire la messa. Poi come tutti ho lasciato posto ai più piccoli e, per dare sempre e comunque un contributo a quella che ho definito la mia Chiesa, ho accompagnato le messe suonando e cantando con l’appoggio del piccolo Coro di Rocchetta. La Chiesa in cui ho sorriso e pianto, nella quale sono sempre insicuro e timido prima di suonare e cantare una canzone, la Chiesa nella quale ho conosciuto tanti ragazzi e persone, con le quali sono cresciuto di domenica in domenica, la Chiesa che mi ha permesso di conoscere il vero motivo della mia partecipazione al Comitato e alle attività, ivi compresa la serata del 21: Don Guido. Tra genitori e figli c’è un rapporto, tra nonni e nipoti c’è un rapporto e anche tra Andrea e don Guido è nato un rapporto speciale. Dante nella Divina Commedia come guida interiore aveva Virgilio; Andrea, e penso anche molte altre persone, hanno don Guido. Ricordo che da piccolo una volta gli chiesi: “Non ti è mai interessata la carriera Ecclesiastica? Diventare Vescovo, Cardinale e chissà persino Papa?” E lui senza indugio mi ha risposto: “Vedi Andrea, io sono una semplice persona di questa terra, un umile servo del Signore Dio Nostro.” Ha sempre avuto ragione; non c’è bisogno di essere Vescovo, Cardinale o Papa quando nel cuore di una persona risulti essere la persona più corretta, onesta, altruista e Vera di questo mondo.
Ed è proprio in segno di riconoscenza per quello che ha fatto per questa parrocchia e per me, che ho sempre nutrito il desiderio di fargli un regalo, non tanto materiale, ma unico e pieno di calore, come la serata del 21, riportando tra le canzoni quella che gli ho scritto e dedicato per il suo ottantottesimo compleanno, modificando le strofe dell’Hallelujah di Jeff Buckley, riassumendo in semplici parole quello che tutti pensano di lui:
“Questa è la Chiesa in cui il Nostro Signore
C’ha donato il buon Pastore
E anche oggi è con noi.
Ogni domenica, a Pasqua e a Natale
La messa con lui è qualcosa di speciale
Ed i nostri cuori esultano in un Hallelujah.
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah.
Serve la Chiesa da tanto tempo
Le sue calde parole trasportate dal vento
Raggiungono tutti noi.
Lui è una persona dall’animo buono
Riempie di gioia il cuore d’ogni uomo
E dalle nostre bocche un solo Hallelujah.
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah.
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah.”
A questi pensieri ho aperto gli occhi e, in mezzo a così tanta confusione, ho visto la luce che mi ha permesso, con l’aiuto di altri, di ottenere l’obiettivo prefissato e trasformare una semplice serata di dicembre nel regalo più bello che potessi fare a me, a Don Guido e a parecchie persone che vi hanno preso parte.

IL CONCERTO
Il Natale era alle porte, l’atmosfera calda -anche grazie al riscaldamento-, ma forti erano pure l’emozione e il dubbio, il dubbio di una chiesa che alle 20:00 era vuota, in ascolto delle ultime prove e del ticchettio frenetico e ansioso delle mie scarpe sul pavimento.
Poi arriva don Guido, che ancora una volta dimostra la sua umiltà rifiutandosi di sedersi in prima fila, mimetizzandosi invece tra le altre persone. Alle 20:20 la chiesa è piena per metà circa; decido allora di non voltarmi più e, un po’ amareggiato, porgo le ultime dritte al Coro, ai bambini e ai miei musicisti. Ore 20:35 inizia il concerto con la prima canzone “Serena è la notte di gelo” e, ironia della sorte, di gelo è divenuto il mio corpo, pietrificandosi quando mi sono voltato per ascoltare la prima poesia. In quell’istante, vedere la chiesa strapiena di persone mi ha fatto tornare bambino, immobile come allora, quando per la prima volta mi trovai vicino all’altare, osservando tanti occhi che a loro volta scrutavano diritto a loro.
È stato in quel momento in cui ho realizzato che l’obiettivo era stato raggiunto, ma bisognava chiudere in bellezza, senza commettere errori. I canti sono stati eseguiti in maniera semplicemente perfetta, senza il minimo sbaglio, con la piena collaborazione del Coro di bambini, uomini e donne. E che dire proprio a riguardo di quei bambini che durante la messa fanno i timidi evitando di leggere e che, invece, quella sera si sono fatti coraggio e hanno recitato perfettamente senza sbagliare.
Dicono che quando ti impegni a fondo per un obiettivo non c’è regalo più bello quale essere soddisfatti per la riuscita di ciò. Ora non c’è bisogno che mi metta a descrivere passo passo il concerto e le meravigliose parole di don Guido, poiché è stato un momento perfetto così, unico, pertanto non può essere descritto nuovamente, bensì lascio che siano i vostri cuori a rivivere quei momenti e quelle emozioni.

BUFFET – LOTTERIA
Abbiamo fatto il botto! Non solo una chiesa strapiena, persino l’asilo era colmo di persone. L’obiettivo era la Buona riuscita di quest’attività, ma al traguardo ci siamo accorti che è stata una riuscita Perfetta! Un buffet di crescentine che “si mangiano come biscotti” e “mai mangiate crescenti e dolci così buoni” secondo tanti commenti, tutto merito della Cucina e delle donne che hanno dato un contribuito portando dolci eccezionali e ottimi vini portati dai mariti.
Perfetta anche la lotteria, grazie alle persone che si sono impegnate nella realizzazione di quest’ultima, dedicando tempo per girare alla ricerca di premi e nel contempo degli sponsor che ne hanno permesso il successo.

RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento al Sindaco Marco Bonucchi e a don Stanyslaw, che mi hanno consigliato su come muovermi. Il Coro formato da Giorgio, Domenico, Francesco, Egisto, Franco, Daniele, Silvia, Katia, Rita, Mariapia, Nada, Ivonne e Monia. Tra i bambini che hanno cantato e recitato ringrazio Alessandro, Matteo, Daniel, Isabel, Benedetta, Chiara e Martina. Ringrazio i miei musicisti, quali il chitarrista Luca e la pianista Valentina. Serena e Francesca che hanno organizzato la recita dei bambini e hanno contribuito con la realizzazione della serata. Le stesse Monia e Valentina che hanno preparato le canzoni per i bambini. Il contributo globale da parte del Comitato di Rocchetta e degli sponsor, che hanno partecipato contribuendo con i premi della lotteria e offerte in denaro. I parrocchiani che hanno contribuito economicamente alla realizzazione di tutto. L’aiuto di coloro che si sono impegnati in cucina, chi ha preparato dolci e bevande, per la realizzazione del buffet. In particolare un ringraziamento a don Guido e alla mia Famiglia –compresa Veronica- che mi sono sempre vicini, mi sopportato e mi sostengono.

PENSIERO PERSONALE
Quest’esperienza è stata anche una prova
La prova che per ottenere un obiettivo bisogna sacrificarsi ed impegnarsi. 
Nelle persone che mi sono state vicino durante queste attività ho notato la volontà, il desiderio, la speranza di portare un po’ di vita nel piccolo paese di Rocchetta con l’ulteriore obiettivo di ristrutturare la Chiesa. 
Rocchetta è un piccolo paese di montagna, con una popolazione ristretta, ricca però di tanti bambini e ragazzi, che saranno il futuro del paese. Avrei tanto piacere che il desiderio di don Guido si realizzasse, vedere tutti i bambini sempre presenti alla messa e alle attività che vengono proposte. 
A mio parere la stessa cosa vale per le persone di Rocchetta e di tutti i paesi vicini, che possono dare una mano ad ottenere un obiettivo a prima vista impossibile, ma provando ad aprire il proprio cuore e prestando un po’ di tempo ai nostri progetti, potrebbe divenire un obiettivo concreto. Non deve essere un qualcosa di limitato, poiché si parla solo di questo paese e di questa chiesa, ma deve essere un modo per avvicinare in gesti di solidarietà ed altruismo un po’ tutte le persone che abitano tra queste montagne, nei paesi vicini, nelle città. Nella serata del 21 ho visto un qualcosa di ancora più grande, perché non si è limitata alle persone che vivono a Rocchetta, bensì a tantissime altre persone dei paesi vicini. È bello vedere tanti bambini e tanta gente che trascorrono una serata assieme e devo ringraziare anche tutti voi, altrimenti non avremmo mai raggiunto questo primo obiettivo.

Continuate a seguirci sulla pagina facebook, sul blog e di tanto in tanto leggendo le bacheche in chiesa e tenete presente che una vostra idea, un vostro suggerimento, una qualunque vostra opinione potrà essere fondamentale per concretizzare un qualcosa che via via si speri diventi sempre più grande e che non si limiti al solo obiettivo di ristrutturare una chiesa di montagna, ma che permetta anche di avvicinare tra loro persone, trascorrendo assieme momenti di serenità e fuggendo così per qualche istante dalla quotidiana routine, spesso agitata e frenetica.
Grazie per la pazienza e spero di non avervi annoiato ulteriormente.

(Andrea Magnani)

Nessun commento:

Posta un commento